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GOAL 11. Bologna: vivibilità e crescita sostenibile per una smart city del futuro


L’Economia, la Società e la Cultura sono aspetti che dipendono dalla vivacità stessa dei luoghi in cui viviamo, nonché dal loro cosmopolitismo e dalla loro vitalità. Per questo, quello che descriverò nelle prossime righe è un obiettivo decisivo per la sostenibilità: l’Obiettivo 11 (Goal 11) riconosce chiaramente che le città sostenibili sono e rimarranno la chiave per completare la transizione dal sistema antropocentrico al sistema sostenibile, ovvero funzionale alla comunità e alla natura del Pianeta per le future generazioni. E su questo punto le Nazioni Unite accusano: ”Le città occupano solamente il 3 per cento della superficie terrestre, tuttavia sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di carbonio” [1].


Fatta questa premessa, si noti che un’altra asserzione sull’Obiettivo 11 dell’Onu indica quanto segue: “Oggi, metà dell’umanità, vale a dire 3,5 miliardi di persone, vive in città” [2]. È dunque ragionevole ipotizzare che il dato crescerà sempre di più nel breve periodo. A fronte di questo, ci si attende una certa preparazione da parte delle grandi città del mondo, nonché dai loro City Manager. Tra le best practice globali si segnala che Sadiq Khan, il sindaco di Londra, ha presentato a febbraio 2020 la “Strategia di Resilienza per la città”, che invitava tutti gli stakeholder di riferimento a trasformare Londra in una metropoli resiliente, sostenibile e innovativa. [3]

La scelta, in questa sede, è di ricercare un case-study che rappresenti un’eccellenza all’interno del panorama italiano di città sostenibile. La Città Metropolitana di Bologna è risultata come best-in-class in uno studio svolto dal Sole24ore sulla qualità della vita delle città italiane [4]. Gli indicatori utilizzati per lo studio sono: ricchezza e consumi; ambiente e servizi; giustizia e sicurezza; affari e lavoro; demografia e società; cultura e tempo libero. Un riconoscimento di eccellenza e che vale la pena esplorare. Gli indicatori non solo sono comparabili con i “traguardi” definiti nella roadmap delle Nazioni Unite, ma anche con quelli dell’ambizioso Patto Metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile di Bologna [5] nonché con il Piano Territoriale Metropolitano (PTM), uno dei pochissimi in Italia che traccia i rischi derivanti dal cambiamento climatico e dalle calamità naturali con il fine di rafforzare i meccanismi di protezione dell’ecosistema acquifero, nonché di quello forestale, arbustivo e agricolo [6]. Nessuna città del futuro potrà più sottrarsi a una diligente mappatura dei rischi dovuti al cambiamento climatico, come quella del PTM.

Il PTM si pone in coerenza con quanto stabilito dal Piano Strategico Metropolitano di Bologna 2.0, incentrato sull’innovazione tecnologica come “catalizzatore” per il perseguimento dei target [7]. Il trait d’union che riunisce le due strategie è, ancora, la sostenibilità. Come nel caso londinese, il piano strategico è preceduto da una consultazione con gli Stakeholder: nel caso di Bologna, si tratta del Patto Metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile, risultato di un lavoro condiviso da 52 Stakeholder, con il fine di sviluppare una città sostenibile attraverso la green economy, l’innovazione, la ricerca, la competitività e il welfare [8]. In base a un recentissimo studio di Deloitte sulle città del futuro, le Smart Cities, la crescita economica e la qualità della vita sono gli indicatori preponderanti per definire una città come intelligente (i.e. smart) [9]. Ciò conferma quanto il prestigioso riconoscimento ricevuto dalla città di Bologna rappresenti un dato chiave.


Fonte: sole24ore.it

Tutte le città dovrebbero essere sostenibili. Ma cosa si intende con questo? Come segnalato da Asvis [10] le città del futuro dovranno coniugare le misure volte a migliorare la qualità della vita alle policy volte alla crescita sostenibile della città stessa, basandosi sull’innovazione, sull’uso sostenibile delle risorse e sul welfare. Solo così le città del futuro saranno in grado di contribuire ai target definiti in sede internazionale. Il caso di Bologna riguarda non solo l’eccellenza della città ma soprattutto dell’Italia e delle potenzialità di cui la nostra nazione dispone per il raggiungimento degli obiettivi globali che appaiono tanto improrogabili quanto raggiungibili. Di Manfredi Morello


Fonti:

[1] Nazioni Unite – Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite “Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”

[2] Senato.it “Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” - Legislatura 17ª - Dossier n. 53.

[3] Smartcityworldnews.com “London mayor launches resilience strategy”

[4] IlSole24ore - Lab24 “Le Province più vivibili d’Italia. Qualità della vita 2020. Bologna in cima alla classifica nell’anno della pandemia, mentre la Lombardia perde posizioni”

[5] Insiemeperillavoro.it “Firmato il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile”

[6] Città Metropolitana di Bologna “Obiettivi Metropolitani della Proposta di Piano Territoriale Metropolitano - Linee guida “Pianificazione per ecosistemi”.

[7] Città Metropolitana di Bologna “Piano Strategico Metropolitano di Bologna 2.0”.

[8] Città Metropolitana di Bologna “Patto Metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile”.

[9] Deloitte&Touche “Smart Cities of the Future - Quali caratteristiche avrà la smart city del futuro?”.

[10] Walter Vitali “La qualità delle città è un fattore fondamentale per il rilancio dell’economia”. Blog Asvis



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