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GOAL 15. Rigenerare gli spazi urbani. Il caso "Orto 2.0”

Gli ecosistemi terrestri hanno un’ampia varietà di flora e fauna e rappresentano la più grande biodiversità. Tale complesso sistema biologico garantisce la conservazione degli habitat in natura e la “vita sulla terra”. Il Goal 15 dell’Agenda 2030 mira a proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre [1]. L’Obiettivo delle Nazioni Unite si caratterizza di tre elementi: foreste, territorio e biodiversità.

Il primo si pone di arrestare quanto prima la deforestazione, ripristinare le foreste degradate e aumentare la riforestazione e il rimboschimento (SDG 15.2). La principale causa di perdita delle foreste è riconducibile alla conversione delle terre per attività agricole o per la costruzione di infrastrutture.

Il secondo, si prefigge entro il 2030, di combattere la desertificazione e ripristinare le terre degradate da calamità naturali quali siccità e inondazioni (SDG 15.3). Il degrado dello stato del suolo è causato da variazioni climatiche ed attività umane come l’urbanizzazione, le attività estrattive, l’agricoltura intensiva e il pascolo eccessivo. Il terzo elemento intende arrestare la distruzione della biodiversità in tutte le sue forme (SDG 15.5 - SDG 15.8) dal momento in cui in natura vivono differenti specie animali e vegetali essenziali per la nostra sopravvivenza. La perdita di biodiversità è un fenomeno in accelerazione e le cause risalgono all’agricoltura intensiva, alla deforestazione, al cambiamento climatico e alla diffusione di specie non autoctone.

La diversità biologica si basa su una ricca varietà di piante coltivate e animali allevati, garantendo all’agricoltura, l’accesso ad alimenti di alta qualità e in quantità sufficienti per una vita sana ed equilibrata.

A favore di una migliore produttività agricola e alla conservazione e all’utilizzo sostenibile della biodiversità, esistono e sono fruibili per i cittadini, i mercati contadini, lo sviluppo delle filiere corte e gli orti urbani. E’ tra questi ultimi che si colloca il progetto della Startup, oggi società cooperativa agricola, “ORTO 2.0”.

L’intero processo produttivo, a partire dalle materie prime sino alla consegna del prodotto finale viene modificato “sovrapponendo la figura del consumatore a quella del produttore, ridisegnando le regole del mercato agricolo” [2].

Il Team Orto 2.0 si occupa di tutta la coltivazione, dalla semina al raccolto e l’utente, tramite un’applicazione, gestisce il suo lotto fino a un massimo di 50 m2, personalizzando il suo orto reale dalle 4 alle 8 file di piante.

L’algoritmo della piattaforma web guida la coltivazione seguendo le logiche delle consociazioni tra piante e rispettandone la stagionalità, consentendo una volta pronto, il ritiro o la consegna al cliente. In questo modo si garantisce la freschezza, oltre che la qualità dei prodotti e si eliminano gli sprechi alimentari derivanti dal mancato match tra domanda e offerta di mercato [3].


L’obiettivo è rendere trasparente il processo di produzione e vendita di prodotti orticoli, monitorando anche personalmente, attraverso visite in loco, lo stato delle proprie colture.

Orto 2.0 favorisce la rigenerazione degli spazi periurbani inutilizzati favorendo lo sviluppo delle biodiversità all’interno delle nostre città.

Inoltre assume valore sociale, in quanto sensibilizza alle tematiche di inclusione e condivisione, tramite iniziative ed eventi dedicati, al fine di avvicinare le persone alla cura e al rispetto della Natura.

Di Marzia Scardino Fonti: [1] Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile - Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015.

[3] Orto 2.0, Un software sano per il tuo sistema operativo - Team Orto 2.0, 2021.


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