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Stracci, il documentario che racconta la ricchezza degli abiti usati


Fonte: https://www.facebook.com/kovelab

Immagine di copertina del documentario, 2021


Il documentario, scritto da Silvia Gambi e Tommaso Santi, che ne ha diretto anche la regia, prodotto da Kove in collaborazione con Solo Moda Sostenibile, è stato presentato in anteprima lo scorso 20 novembre alle Manifatture Digitali di Prato. Racconta la straordinaria arte pratese di trasformare brandelli di stracci, i cosiddetti cenci, in materia nuova per la realizzazione di un tessuto rigenerato. E i custodi di questo nobile e raffinato mestiere sono i cenciaioli, appunto. Le interviste ai più anziani della città, inserite nel documentario, testimoniano la magia di un’esperienza tattile, quella di riconoscere la composizione del tessuto al solo tocco di dita, e allo stesso tempo cromatica, predominante a fine giornata dopo aver accuratamente suddiviso gli abiti per colore. Si racconta del complesso, ma affascinante processo di rigenerazione della lana: la selezione e la preparazione dei materiali, il carbonizzo per eliminare tutte le impurità di origine vegetale, la stracciatura, il lavaggio, la centrifugazione e l’asciugatura. Infine, la cardatura e la filatura del fiocco di lana nuovamente generato. Ma lo sguardo degli sceneggiatori non si è fermato a Prato. Hanno fatto tappa in Africa, a Kantamanto in Ghana. Qui c’è la più grande discarica di abiti usati al mondo. Una parte di essi riesce ad essere rivenduta come second hand, ma la maggior parte proveniente dal fast fashion è di scarsa qualità e viene incenerita in discarica o dispersa nell’ambiente. Si sono spostati in Pakistan, a Karaci, dove hanno incontrato un imprenditore locale, il quale, dopo aver visitato più volte il distretto tessile pratese ha deciso di iniziare una propria attività di selezionatore di maglie.

Fonte: https://www.instagram.com/p/CWKw52vMvSq/

Un cenciaiolo al lavoro, 2021


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