Intervista a Elena Godi ed Elisabetta Sormani, Comunità di Villapizzone e Quasilocanda
“Économie presentielle”, che forse potremmo tradurre come “economia di presenza” [1]. Questo è il termine con cui Davezies e altri autori francesi avevano descritto, qualche decennio fa, una forma di economia il cui funzionamento si basa sulla popolazione realmente presente su un territorio in un determinato momento, sia essa residente o turista.
E siccome a Villapizzone il turismo è ancora da lanciare – per usare un eufemismo – e per di più siamo in piena pandemia, il lavoro che svolgono le piccole imprese presenti in questo quartiere periferico di Milano è essenzialmente rivolto ai residenti. In questo contesto, tra imprese e consumatori possono generarsi forme di solidarietà reciproca, capaci di restituire valore al territorio e a chi lo abita, secondo quanto descritto dai moderni modelli di economia di prossimità [2].
Questo è proprio ciò che sta accadendo grazie alla presenza di Quasilocanda, un luogo che non è solo un bar o un ristorantino, ma che costituisce un esempio concreto di responsabilità sociale d’impresa, un laboratorio di esperienze ad alto valore sociale.
Per spiegare meglio cosa intendo per “alto valore sociale”, vi lascio alle parole di Elena Godi ed Elisabetta Sormani, della Comunità di Villapizzone, il luogo da cui, insieme alla collaborazione di alcuni abitanti del quartiere, si sono mobilitate le energie per creare e sostenere l’esperienza di Quasilocanda.
Com’è nata Quasilocanda?
Quasilocanda ha aperto il 4 luglio 2019 ed è l’ultima delle iniziative generate dall’incontro della nostra comunità con la città, sia nelle risorse che nei bisogni, dopo altre esperienze come Di Mano in Mano, una cooperativa di lavoro centrata su inserimento lavorativo, riciclo e riuso, che ha ormai più di vent’anni. Come Di Mano in Mano, anche Quasilocanda ha Villapizzone non solo come indirizzo, ma come insieme di esperienze, storia e radici.
L’idea originaria di Quasilocanda era quella di ridare una chance a quello che era, una volta, il bar del quartiere e con esso al quartiere stesso, creando un posto bello, in cui tutti potessero entrare e sentirsi accolti! Volevamo proprio che fosse un posto curato, attento e sensibile a tutte le persone. Ad oggi, Quasilocanda è un’impresa sociale che dà lavoro a otto persone, tre in cucina e cinque in sala, più altre due che lavorano con contratto a chiamata. Aver avuto la concessione per l’occupazione della piazzetta con i nostri tavolini è stato importante per ridare vita a un luogo che era abbandonato a se stesso.
Cosa si può trovare in Quasilocanda?
È innanzitutto una locanda, quindi, da un punto di vista pratico, si può fare colazione con il classico cappuccio e brioche, ma noi suggeriamo di provare anche la nostra cucina casalinga! Poi, naturalmente, si può fare merenda, magari gustando un gelato della gelateria artigianale Artis. Con il Covid, naturalmente, abbiamo dovuto sospendere i pranzi in locanda, ma abbiamo trovato altre formule, avviando l’asporto e la consegna a domicilio in quartiere. Ogni giovedì proponiamo un aperitivo, cercando ogni volta di inventarci qualcosa di nuovo: dai classici panzerotti all’ormai celebre “panino del brigante”, una ricetta creata riscoprendo aneddoti del quartiere [3]. Infine, ogni domenica prepariamo un pranzo con i fiocchi… il pranzo della festa, anche in questo caso d’asporto!
Oltre a ciò, vendiamo il vino della Comunità di Berzano e, da poco, teniamo anche alcuni prodotti di Altromercato, come tè, tisane e cioccolato. Anche le uova di Pasqua sono di Altromercato.
Recentemente, inoltre, abbiamo attivato una collaborazione con Agrimi.bio, una cooperativa agricola che ha l’obiettivo di fornire opportunità lavorative per persone in svantaggio sociale, producendo al tempo stesso in maniera biologica. Agrimi.bio organizza un mercatino nella piazzetta davanti alla locanda ogni mercoledì: chi lo desidera può venire liberamente e acquistare frutta e verdura fresche e di stagione, ma anche succhi e confetture! Oppure, per chi lo preferisse, c’è anche la possibilità di ordinare online la propria spesa entro il martedì sera e ritirare tutto il giovedì.
Il mercatino del mercoledì di Agrimi.bio nella piazzetta antistante Quasilocanda.
Ma è forse l’aspetto sociale quello che caratterizza maggiormente Quasilocanda. Le iniziative che abbiamo pensato, anche su suggerimento dei clienti, sono state moltissime, sebbene solo alcune di esse siano attive al momento. Tra queste, c’è quella creata in collaborazione con QuBì,un programma di contrasto alla povertà minorile: ogni martedì Emanuela, un’educatrice, è presente in Quasilocanda per ascoltare i bisogni delle persone del quartiere e progettare insieme possibili soluzioni.
Sempre sul fronte sociale, un’altra iniziativa che ha avuto grande successo è stata quella dei pranzi solidali, che abbiamo simbolicamente chiamato “Legami di cuore”, tra chi dona e chi riceve. È iniziato tutto nel periodo natalizio: abbiamo proposto di acquistare, per il prezzo di 15 euro, un pasto solidale, da regalare a persone che in questo momento sono in difficoltà. Non un pacco di generi essenziali, ma un pranzo vero e proprio, con primo, secondo e dolce... una “coccola”! Il riscontro da parte del quartiere e della città è stato immediato: dal 12 al 25 dicembre avevamo già venduto 350 pasti! L’iniziativa è, quindi, proseguita e continua ancora oggi. Ogni sabato, chiediamo ad un ente del territorio, ad esempio un Centro d’Ascolto Caritas, di individuare trenta a persone a cui destinare i pranzi che prepareremo. Le persone, poi, passano personalmente in Quasilocanda per ritirarli!
Quasilocanda è nata poco prima dello scoppio del COVID. Come avete affrontato questo aspetto?
In questo caso, la nostra forte connotazione sociale ci ha aiutato, perché il quartiere ci ha chiesto di essere presenti. Diciamo sempre che abbiamo due gambe, una commerciale e una sociale, e che devono andare di pari passo. È una questione di equilibrio. Abbiamo cercato di fare quanto era possibile e cercando di adattarci di volta in volta, ma anche di rispondere a delle esigenze concrete, che le persone del quartiere hanno in questo momento, anche accogliendo le proposte di clienti e amici della locanda.
Per Quasilocanda, dunque, fare economia di prossimità, sembra significare proprio questo: essere presenza nel quartiere, ascoltarlo, dialogare con esso e con i suoi abitanti con l’obiettivo comune di vivere bene insieme e, al tempo stesso, ridare valore al territorio.
Si ringraziano per la disponibilità: Elena Godi ed Elisabetta Sormani, Comunità di Villapizzone e Quasilocanda
Riferimenti
[1] Davezies, L. (2009). L'économie locale «résidentielle». Géographie, économie, société, 11(1), 47-53. Reperibile da: https://www.cairn.info/journal-geographie-economie-societe-2009-1-page-47.htm [ultimo accesso: 16/03/2021]
[2] Ces.Co.Com Bologna (2016). Economia e Prossimità: quando il benessere inizia intorno a noi. Reperibile da: https://www.slideshare.net/Cescocom/economia-e-prossimit [ultimo accesso: 16/03/2021]
[3] Vanzetto, C. (2021). Le scorribande dei briganti nella zona di Villapizzone all’epoca della Milano spagnola. Corriere della sera. https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_gennaio_02/15-tempolibero-documentobcorriere-web-milano-ad188bd2-4c52-11eb-a215-44d7eb47eab9.shtml [ultimo accesso: 16/03/2021]
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