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Blue Energy: Le onde e la tecnologia ISWEC

Le onde del mare e degli oceani rappresentano la più grossa riserva di energia rinnovabile globalmente distribuita.

Il loro potenziale energetico si stima sia in grado di coprire in maniera teorica fino a 5 volte il fabbisogno energetico dell’intero pianeta [1].

Il mare quindi offre immense quantità di energia, per questo è una risorsa altamente sfruttabile e ad oggi non ampiamente utilizzata.

E’ ideale per le aree remote, le zone costiere e le isole, poiché la distanza dalla terraferma rende oggi costoso l'approvvigionamento energetico, principalmente basato sui combustibili fossili.

Difatti la produzione di energia delle onde nel Mediterraneo, è molto interessante per i paesi come l'Italia, con una costa relativamente lunga e una potenza d'onda media stimata di 5-10 Kw/m [2].

A differenza di altre fonti di energia rinnovabile, l'energia delle onde può essere estratta con metodi e scopi diversi, per questo gli strumenti e le tecnologie in questo campo sono numerosi ed eterogenei.

La classificazione delle fonti marine prevede l’energia mareomotrice o delle maree, il gradiente termico, il gradiente di salinità, le correnti sottomarine e il moto ondoso.

Gli studi e le ricerche in questo settore ne hanno fatto avanzare i progressi e identificare quelle che sono le principali caratteristiche.

L’energia rinnovabile marina si contraddistingue per essere una risorsa primaria costante, accessibile sebbene caratterizzata da una marcata irregolarità per la sua distribuzione globale, altamente prevedibile per il calcolo della quantità di potenza generata e in arrivo, con un’alta densità energetica e una bassa variabilità.

Ad oggi, il progresso da moto ondoso ha raggiunto uno stadio quasi maturo, presentandosi come un’industria potenziale per il prossimo futuro.

Molti sono gli investimenti per l’implementazione di piattaforme energetiche oceaniche e sempre di più sono le soluzioni poste ai vincoli di progettazione ad esse correlati.

È il caso di una delle più grandi realtà dell'industria petrolifera e energetica, nonché azienda italiana, a seguito di analisi condotte su centinaia di tecnologie sperimentali in questo settore.

La soluzione adottata da ENI per lo sfruttamento del moto delle onde, è stata la tecnologia offshore ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), basata su un sistema inerziale.

Il dispositivo con un movimento giroscopico è in grado di trasformare il moto indotto dalle onde sullo scafo in energia elettrica.

Tale funzionalità, implementata per la prima volta al mondo su un prototipo industriale, consente di estrarre il massimo livello di potenza delle onde disponibile dai mari e dagli oceani, rappresentando la tecnologia più avanzata su tale mercato.

Il progetto nasce come un laboratorio di ricerca di Eni in collaborazione con il Politecnico di Torino e lo spin-off Wave for Energy S.r.l.[3]

Grazie all’accordo stipulato a Ravenna con Fincantieri, Terna e CDP, che ne afferiscono il know-how ciascuno per il proprio ambito, l’obiettivo è sviluppare 118 dispositivi entro il 2025.

L’approccio è adottare una fonte per la produzione di energia elettrica, che sia naturale e sostenibile per l’ambiente e a zero emissioni di carbonio.

Il dispositivo non ha parti mobili esposte all'ambiente marino e non richiede ormeggi rigidi sul fondale del mare, di conseguenza, non ha alcun impatto sulla flora e sulla fauna marina.

Fonti [1] ENERGIA DAL MOTO ONDOSO MARINO - F. Salvatore – CNR, G. Sannino, A. Carillo – ENEA, M. Peviani, L. Serri – RSE https://pdc.minambiente.it/ [2]Analisi delle attuali tecnologie esistenti per lo sfruttamento della energia marina dai mari italiani - Barbara Zanuttigh, Elisa Angelelli, Report RdS/2011/72 https://www.enea.it/ [3] “La forza degli Oceani”, “Un’ondata di energia”, “ISWEC: l’energia che viene dal mare”, “ISWEC - INERTIAL SEA WAVE ENERGY CONVERTER” - www.eni.com

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