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I finanziamenti guidati dall'UE apriranno la strada ad una ripresa sostenibile?


Negli ultimi mesi i capi di Stato europei si sono riuniti molto spesso per approvare le misure dirette alla ripartenza, o meglio, ad un rimbalzo sostenibile coadiuvato dalle organizzazioni internazionali (Morello, 2020). È passato solo qualche giorno da quando la Commissione Europea, a fronte dell’emergenza economica causata dalla pandemia, ha annunciato l’ultimo dei piani inclusi nel pacchetto di fondi: il piano SURE, incentrato sul mercato del lavoro (Losito,2020). Sarà questo, insieme al Next Generation EU e, in particolare, alla Recovery and Resilience Facility a guidare la ripartenza. SURE consiste in un ingente programma di prestiti agli stati membri dell’UE. Tali aiuti serviranno ad attuare le riforme strutturali che alcuni Stati membri, come l’Italia, non hanno ancora terminato. Se da un lato SURE fungerebbe da scudo sociale, per proteggere i lavoratori dal potenziale impatto catastrofico della crisi economica, dall’altro lato, secondo quanto suggerito dalla Commissione, il Recovery Fund dovrebbe finanziare 6 aree strategiche: Economia 'verde' e digitale, le Politiche di coesione, la Transizione climatica, la Sanità, la Ricerca Scientifica e l’Agricoltura sostenibile (AGI,2020).


Mentre i prestiti erogati dal Bilancio dell’Unione Europea sono di natura politica, l’intervento annunciato dalla Banca Centrale Europea è dettato dai limiti stabiliti dai trattati. Si tratta di un nuovo programma di Quantitative Easing per il mantenimento della stabilità dell’Eurosistema: il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEEP). L’acquisto di titoli di stato da parte della BCE è uno strumento di politica monetaria che corrisponde implicitamente all’emissione di liquidità nel mercato per famiglie, imprese, banche e istituzioni pubbliche (BCE, 2020).


Il tassello mancante per la ripresa dalla crisi, nel caso italiano, è il tempismo. Le misure in atto serviranno se e solo se gli Stati membri riusciranno a coordinare gli aiuti con le riforme strutturali imprescindibili per il futuro (Galli&Paudice, 2020). In altre parole, l’impatto della crisi sarà minore laddove i fondi europei risulteranno investiti in progetti solidi per le future generazioni e dunque laddove SURE, insieme al Recovery Fund e al PEEP avranno un impatto sostenibile. Solamente in tal caso, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, vi sarà un rimbalzo sostenibile.


Fonti:

Banca Centrale Europea (2020), Comunicato Stampa 18 marzo 2020 https://www.bancaditalia.it/media/bce-comunicati/documenti/2020/20200318_ECB_PEPP-IT.pdf

AGI (2020) “Come saranno spesi i soldi del Recovery Fund”. https://www.agi.it/economia/news/2020-06-03/come-saranno-spesi-soldi-recovery-fund-8798150/

Galli G., Paudice F. (2020) “Recovery Fund: la variabile cruciale è la capacità delle amministrazioni di presentare progetti credibili e attuarli nei tempi definiti”. 22 giugno 2020 https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-recovery-fund-la-variabile-cruciale-e-la-capacita-delle-amministrazioni.

Losito A. (2020) “Sure Italia: cos’è e come funziona la cassa integrazione europea”. https://www.theitaliantimes.it/mondo/sure-cos-e-come-funziona-disoccupazione-europea-significato_250820/

Morello M. (2020) “Stakeholder Capitalism: la ricetta per la ripartenza dopo il Covid-19”. https://www.csrnatives.net/post/stakeholder-capitalism-la-ricetta-per-la-ripartenza-dopo-il-covid-19.

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