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Può l’attività fisica contribuire alla sostenibilità?


Un apri-cancello e una bustina di tè. Due oggetti “comodi”.


Ma cosa s’intende per “comodità”? Facilmente possiamo realizzare che non significa tanto risparmiare tempo, quanto piuttosto ridurre movimento.

In ogni momento della nostra giornata abbiamo l’occasione di muoverci, ma quanto spesso scegliamo l’alternativa più sedentaria, senza accorgercene?

Per comprendere facilmente il concetto di sedentarietà possiamo metterlo in relazione all’attività fisica: c’è molta differenza tra fare e non fare esercizio fisico per un’ora al giorno. Tuttavia, solitamente, chi fa esercizio per un’ora al giorno non fa esercizio per le altre ventitré ore


La nostra quotidianità è fatta di moltissimi momenti in cui esternalizziamo il lavoro del nostro corpo; più che sull’esercizio fisico, dovremmo quindi focalizzarci maggiormente sul movimento che compiamo in tutto l’arco della giornata.

I migliaia di banali movimenti esternalizzati al giorno, durante i ventitré/ventiquattresimi del nostro tempo, infatti, portano con sé il maggior potenziale per un cambiamento radicale. La sfida è acquisirne la consapevolezza.

Per evitare di camminare attorno alla macchina e arrivare al cancello, ruotare il polso per aprire la serratura o per evitare di prendere il colino da tè e poi pulirlo (in lavastoviglie?), accettiamo una quantità enorme di spazzatura, plastica, batterie e un grande consumo di energia elettrica.