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Not just a game: il calcio europeo e la sua responsabilità sociale

Pierre de Coubertin lo ha definito “patrimonio di tutti gli uomini, le donne e le classi sociali”. Per Nelson Mandela era uno strumento per “cambiare il mondo”. E più recentemente, Papa Francesco ne ha celebrato i “valori per rilanciare lo sviluppo” post-pandemia.

Insomma, a prescindere dal contesto in cui lo si inserisca, lo sport è da sempre considerato elemento fondamentale della nostra società, potenziale veicolo di cambiamento positivo. Un discorso che, vista la sua popolarità mondiale, riguarda soprattutto il calcio, per cui tutte queste prospettive vengono ampliate esponenzialmente.

La responsabilità sociale trova quindi in queste realtà la sua collocazione più “naturale”. Uno studio avrebbe riconosciuto addirittura sette motivi alla base di questa relazione vincente: popolarità e visibilità, influenza sui giovani, promozione del benessere, socialità intrinseca, abbattimento di barriere culturali, predisposizione a sensibilizzare sull’ambiente e, infine, gratificazione immediata [1].

Evidenze a cui vanno ad aggiungersene altre legate alle aspettative degli appassionati, sempre più attenti a certe tematiche, per cui l’impegno sociale dovrebbe essere responsabilità diretta delle organizzazioni [2]. Un pensiero che, inoltre, sembra contraddistinguere i giovani, particolarmente attratti dai brand socialmente responsabili.

Più di un valido motivo, dunque, per giocare questa “partita”. E la risposta della football industry non si è fatta attendere, con sempre più realtà attrezzate per dare valore anche alla dimensione sostenibilità. Un impegno strutturato in dipartimenti specifici e/o fondazioni, spesso in partnership con istituzioni, aziende o associazioni, realizzato a livello locale, nazionale e internazionale, e concentrato in numerosi ambiti, tra cui inclusione sociale, educazione, salute e ambiente [3].

Ma come si materializza, sul campo, questo impegno? E come riescono i club ad integrare certe questioni nella propria agenda? Per rispondere a queste domande, abbiamo riportato le migliori pratiche di responsabilità sociale realizzate nelle principali leghe calcistiche europee.