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La Teoria del Cambiamento per valutare l’impatto sociale
“You cannot manage what you cannot measure” – Peter Drucker
Con la pubblicazione nel 2019 delle “Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo Settore” [1] si è acceso un interessante dibattito sulla necessità di misurare le performance di quei soggetti la cui principale finalità è la creazione di valore sociale. Si tratta per l’Italia di un importante passo avanti, intrapreso sulla scia delle prassi emerse negli ultimi anni nel contesto internazionale e, in particolare, in Gran Bretagna, dove il “Social Impact Measurement” si è affermato come principale criterio di valutazione per le attività degli enti senza scopo di lucro [2] [3].
Ma cosa si intende per valutazione dell’impatto sociale? Si tratta di un processo che prevede “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato” [4].
Tra le diverse metodologie, la Teoria Del Cambiamento (TDC) si presenta come un approccio capace di accompagnare le organizzazioni nel focalizzare il proprio intervento con l’obbiettivo di misurare e migliorare l’impatto creato, limitando le inefficienze e gli sprechi individuati e valorizzando le relazioni con i propri portatori di interesse [5].
La TDC contribuisce a evidenziare i nessi causali tra le attività e l’impatto che esse hanno generato. Per questo, essa si fonda, dal punto di vista teorico, sul concetto di Catena degli Impatti Sociali, che è stata pensata per sottolineare la consequenzialità tra l’agire e la creazione di impatto.

Le Risorse rappresentano l’insieme dei fattori umani, economici e tecnici necessari alla realizzazione di un progetto d’impatto. Le Attività sono le azioni e processi finalizzati a trasformare le risorse in Prodotti, che sono gli esiti – tangibili o intangibili – risultanti per effetto delle Attività.
La differenza fra Risultati e Impatto è sottile ma fondamentale. I primi si riferiscono alle conseguenze, intenzionali o meno, positive o negative, generate nel medio periodo dai Prodotti rispetto ai portatori di interesse, direttamente o indirettamente implicati nel progetto di impatto. L’Impatto, invece, si riferisce al cambiamento di lungo periodo avvenuto grazie al progetto. L’Impatto viene valutato al netto dei cosiddetti fattori di sconto, che tengono conto dello scenario controfattuale (cosa sarebbe successo comunque, se progetto non fosse stato avviato), e della dislocazione degli impatti (per esempio: l’aumento di illuminazione pubblica in un quartiere riduce la criminalità notturna in quel quartiere ma l’aumenta nel quartiere limitrofo) [6].