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Sostenibilità e digitalizzazione: i primi passi ESG nella transizione digitale UE

Lo scorso 21 aprile la Commissione Europea ha adottato un ambizioso “pacchetto” di misure sulla finanza sostenibile con l’obiettivo di migliorare il flusso di investimenti verso le attività responsabili e permettere al continente di raggiungere il traguardo della neutralità carbonica entro il 2050. I pilastri che sorreggono la nuova direttiva sono essenzialmente tre: “Comunicazione e tassonomia” (Taxonomy Climate Delegated Act), per promuovere gli investimenti sostenibili attraverso un’informativa che renda più chiare e riconoscibili le attività economiche associate al raggiungimento degli obiettivi ambientali dell'UE; “Direttiva sul reporting non-finanziario” (CSRD), per rafforzare le norme introdotte dalla precedente direttiva sull'informativa non finanziaria (NFRD); “Modifica dei doveri fiduciari e consulenza in materia di investimenti e assicurazioni” (Delegated Acts), per garantire che le imprese finanziarie e gli assicuratori includano all’interno delle proprie procedure i nascenti criteri di valutazione in materia di Sostenibilità [1].


Il secondo pilastro, che prospetta nuove soluzioni sul reporting non-finanziario, introduce una grande novità rispetto agli anni precedenti. All’interno del “pacchetto” la Commissione Europea richiede alle società che soddisfano certi requisiti di "etichettare" digitalmente le informazioni di carattere non finanziario in modo che siano leggibili in un format digitale e che alimentino un unico punto di accesso Europeo previsto anche all’interno del Piano d'Azione dell'Unione dei Mercati dei Capitali (Capital markets union action plan) [2]. Ciascuna società dovrebbe quindi caricare su tale piattaforma il proprio report e la relativa relazione sulla gestione in formato XHTML, in conformità con il regolamento ESEF (European Single Electronic Format). Questo sistema di categorizzazione digitale verrebbe sviluppato a partire dai nuovi standard di reporting di Sostenibilità.

Questa novità appare ancora più interessante se si considera che rappresenta un primo punto di convergenza di movimenti che l’UE sta implementando già da tempo e che si inseriscono all’interno della più ampia transizione digitale UE, la seconda delle sei priorità della Commissione Europea per la strategia 2019-2024 [3].


La digitalizzazione dei dati sulla Sostenibilità si inserisce, più specificatamente, nel processo che mira a migliorare l'accesso ai dati e il successivo loro riutilizzo nel settore finanziario [4]. Si tratta a tutti gli effetti dei primi importanti passi della Sostenibilità nella transizione digitale dell’UE e non ho esitazioni a ritenere l’evento una svolta decisiva per quello sguardo, tanto richiesto quanto mal interpretato, più attento e più impegnato ai temi ESG: attraverso la trasparenza e la conservazione in formato digitale, la qualità e la comparabilità delle informazioni aumentano e cresce, di conseguenza, il grado di responsabilità dell’intero ambiente finanziario.

Prossimamente, il Parlamento Europeo e gli Stati membri nel Consiglio saranno impegnati nella negoziazione di un testo legislativo finale sulla base della proposta della Commissione. Se verrà raggiunto un accordo nella prima metà del 2022, la Commissione potrà adottare la prima serie di standard di reporting, sotto la nuova legislazione, entro la fine del 2022 e le società saranno in grado di applicarli per la prima volta in occasione della redazione dei report pubblicati nel 2024, che coprono l'anno finanziario 2023. Di Marco Scipolo


Fonti:

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