- CSRnative
Povertà Energetica: definizioni, scenari, cause e soluzioni
È di queste ultime settimane, la notizia della nuova Direttiva EU “Energy Performance of Buildings Directive” approvata dal Parlamento Europeo sulle case green, che mira alla ristrutturazione degli edifici sul territorio europeo, per concorrere al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. Nell’UE il 75% degli edifici risulta inefficiente dal punto di vista energetico (2010/31/EU , s.d.) e per i paesi come l’Italia, caratterizzati prevalentemente da un patrimonio edilizio antecedente al 1980 (RINA, 2019), si determinano alti livelli di povertà energetica.
Ma cosa si intende per povertà energetica? L’Osservatorio Europeo per la Povertà Energetica (EPOV) definisce il fenomeno come una “situazione nella quale una famiglia non è in grado di soddisfare i bisogni energetici primari necessari a garantire un tenore di vita dignitoso” (EPOV, 2016, s.d.). Con questi ultimi si intende, l'energia per alimentare gli elettrodomestici, per fornire un adeguato riscaldamento o raffreddamento agli ambienti di casa e per garantire la corretta illuminazione delle proprie abitazioni. In linea generale, non esiste una definizione univoca, in quanto è un concetto multidimensionale; nei paesi emergenti o in via di sviluppo, è la completa mancanza di accesso alla rete elettrica o a sistemi di energia e cottura moderni. In Italia, nel 2019 è stata fornita una definizione da parte della Strategia Energetica Nazionale, all’interno del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), considerando, due alternative per definire una famiglia in povertà energetica (PNIEC, 2018, s.d.)*.
Le indagini condotte a livello dell’Unione Europea a partire da alcuni indicatori tipici del fenomeno (EPOV, 2020), quali l’incapacità di riscaldare adeguatamente le abitazioni e il ritardo nel pagamento delle bollette energetiche, hanno evidenziato che: nel 2020, già prima dell’avvento della crisi energetica, l'8% della popolazione dell'UE aveva dichiarato di non essere in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa (EUROSTAT, 2020, s.d.), mentre il 6,5% dei rispondenti aveva arretrati sulle bollette (EUROSTAT, 2020, s.d.). Secondo queste stime, si calcola che in UE siano 50 milioni le famiglie in condizioni di povertà energetica; inoltre, il primo rapporto dell’OIPE, evidenzia come una famiglia risulti essere con maggiore probabilità in povertà energetica, quando si trova anche in condizioni di povertà assoluta (OIPE, 2019, s.d.). La povertà energetica è quindi una forma distinta di povertà, associata a una serie di conseguenze negative per la salute e il benessere delle persone, come già accennato precedentemente.
L’uso di fonti energetiche tradizionali, sono fattori di rischio primario per i decessi da malattie per inquinamento domestico (Our world in data , 2020, s.d.). Questo aspetto è notevolmente presente nei paesi a basso reddito, in particolare nell’Africa Subsahariana, dove il 43% della popolazione vive senza l’accesso all’elettricità. Da questi dati, si evince come la maggiore concentrazione di popolazione in condizioni di povertà energetica, si trovi nelle zone sud-orientali; difatti dalle immagini satellitari, sono le aree più povere del mondo ad essere buie di notte (Our world in data, 2021, s.d.). A livello nazionale, secondo le stime dell’Osservatorio Italiano sulla povertà energetica (OIPE) e in base alla definizione del fenomeno adottata nel nostro Paese, nel 2021, 2,2 milioni di persone erano in povertà energetica (pari circa all’8,5 % delle famiglie italiane) e l’ammontare saliva a 4 milioni, per coloro dichiarati a rischio povertà energetica(OIPE, 2022).
